Pronto? Lasciami in pace (la Ficcanaso e il telefono)

È finita che ci siamo sposati dopo esserci sentiti, tra tutto, dieci volte in un anno e mezzo.

Di laRegione

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Dal walkman alla radio portatile, passando per il telefono fisso e le vecchie cassette VHS. La nostra memoria è piena del ricordo di oggetti diventati improvvisamente inutili. Io, per dire, qualche giorno fa ho ricevuto in regalo un cd e letteralmente non sapevo cosa farne.
La cosa singolare, parlando del telefono, è che esso non ha per niente cessato di abitare le nostre vite. Al contrario, ce lo portiamo dietro continuamente, ma lo utilizziamo per fare tutto tranne ciò per cui è stato inventato: telefonare. L’evoluzione intelligente del telefono, insomma, ci ha liberato dalla noia infinita del dialogo e dall’obbligo di ascoltare le risposte del nostro interlocutore. Una conquista non da poco, in special modo per gli umorali e ciclotimici che ora possono aspettare di essere dell’umore giusto per rispondere.
L’ultima volta che ho flirtato (c’erano gli sms, vostro onore) ricordo di aver fatto passare circa 12 ore prima di rispondere alla battuta del malcapitato. Capito l’andazzo lui ha risposto nuovamente dopo altri due giorni. È finita che ci siamo sposati dopo esserci sentiti, tra tutto, dieci volte in un anno e mezzo. Spesso mi telefonava a tarda notte, dopo aver finito il lavoro e tutti gli impegni, come si fa con il dolce che si lascia per ultimo. Io mi addormentavo regolarmente dopo cinque minuti di conversazione. Tutto sommato l’estinzione delle telefonate poteva essere considerata una conquista di civiltà, regalandoci più tempo, più riflessione e più fantasia nel rispondere. Molti di voi obietteranno che finiamo tutti a posporre risposte che infine dimentichiamo di dare, ma sono dettagli: un giorno riusciremo ad adattarci alla vita migliore che le tecnologie ci offrono e a sfruttarla pienamente.
Per noi asociali, insomma, non c’era dubbio sulle luminose e progressive sorti… Fino a che non è arrivato il turno dei messaggi vocali: minuti interminabili di conoscenti e amici che non hanno il tempo di digitare. E la violenza del messaggio vocale fa rimpiangere le telefonate. Perché si presuppone che, prima o poi, tu debba trovare il tempo di ascoltare e dunque di rispondere.
Al telefono almeno potevi sfoderare il mitico colpo di tosse per provare a farglielo capire: mi hai rotto le scatole, devo andare.

Articoli simili