Arte o muerte

All’interno del Château de Beaulieu di Losanna trova spazio ‘Art Brut Cuba’, mostra dedicata agli artisti inconsapevoli dell’isola delle Grandi Antille

Di Daniele Bernardi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Visitabile dal 1976 nelle sale del Château de Beaulieu di Losanna in seguito a una donazione, nel ’71, da parte di Jean Dubuffet, la Collection de l’Art Brut è nota in tutto il mondo per accogliere opere d’arte non esattamente considerate tali da parte dei propri creatori. Pazienti psichiatrici, emarginati, vagabondi, galeotti, occultisti, anonimi di cui si ignora l’estro: sono loro gli autori della miriade di disegni, collages, quadri e sculture realizzati in modi sempre inconsueti, su supporti di fortuna e con l’avallo di tecniche personalissime, che qui, stupefatti, è possibile contemplare.
Visitiamo il museo in occasione della recente esposizione ‘Art Brut Cuba’ curata dalla direttrice Sarah Lombardi e inaugurata lo scorso dicembre.

Sono tornato a Cuba nel 2023, dopo quasi vent’anni. Il Paese ai miei occhi era irriconoscibile. Intendiamoci: non erano certo i palazzi fatiscenti dell’Avana o l’odore di benzina a essere diversi, ma la gente. Durante la mia prima, lunga visita, in occasione di una memorabile tournée col Teatro delle Radici di Lugano, le strade erano ancora piene di vita. Si respirava, comunque, voglia di lottare, ridere e ballare. Ora, più niente. Trascorsa l’epoca di Fidel e Raúl Castro, il Paese appare piegato nell’animo e sempre più materialmente allo stremo.

In questo senso, una mostra dedicata a Cuba da parte della Collection de l’Art Brut è a dir poco calzante. Come sottolineato da Sarah Lombardi nella sua introduzione al catalogo dell’esposizione, “il fatto di riciclare o riutilizzare materiali o oggetti di uso quotidiano per fini creativi, caratteristica tipica dell’Art Brut, si manifesta a Cuba più che altrove, visto che agli artisti in questione praticamente qui manca tutto”. Inoltre, il volto storico del Paese, il suo essere, oltre che geograficamente, un’isola anche dal punto di vista politico ed economico, conferisce al suo habitat “un terreno fertile per creazioni realizzate all’infuori di qualsivoglia influenza artistica”.

L’esposizione si apre con una selezione di opere dello storico Grupo Signos, collettivo di artisti autodidatti delle campagne della provincia di Las Villas riunitisi attorno alla figura di Samuel Feijóo (1914-1992), poeta, pittore, editore, studioso del folklore e della cultura locale, il cui contatto, nel ’50, con Dubuffet fu determinante per gli esiti di Art Inventif à Cuba nell’84, la prima mostra dedicata dell’ente losannese.


© Collection de l’Art Brut Lausanne
Isabel Alemán Corrales, senza titolo, 1983

Si comincia quindi con le apparentemente elementari creature arboree e zoomorfe di Isabel Alemán Corrales, per poi proseguire negli intrichi boschivi di sua sorella Francisca ‘Panchita’, dove fra tronchi e fogliami oblunghi tracciati a penna, matita e inchiostro spiccano dei larghi occhi di animali. Dopodiché scopriamo le spigolose figure di Alberto Adolfo Anido Pacheco e di Armando Blanco, gli esserini fantastici di Benjamín Duarte Jiménez e i neri fantoccetti di Pedro Alberto Osés Díaz, assieme alle multiformi presenze dello stesso Samuel Feijóo e degli altri artisti riuniti nello spazio espositivo. Oltre alle opere menzionate, in questa prima porzione di mostra sono pure esposti diversi materiali d’archivio, fra cui estratti dalla corrispondenza fra Feijóo, Dubuffet e Michel Thévoz – primo direttore della Collection – ed esemplari delle riviste Islas (1958) e Signos (1969), periodici sulle cui pagine apparvero articoli dedicati alle tradizioni popolari dell’isola unitamente a illustrazioni degli artisti in questione.


© Collection de l’Art Brut Lausanne
Francisca “Panchita” Alemán, senza titolo, 1964

Al di fuori dei confini tradizionali

La seconda parte di Art Brut Cuba è invece incentrata sull’opera di undici creatori contemporanei, il cui lavoro è stato selezionato da parte della direzione durante un viaggio di ricerca in loco. Tuttora attivi – ad eccezione di Héctor Pascual Gallo Portieles, scomparso nel 2020 – e residenti sull’isola, fanno capo al Riera Studio, progetto con sede all’Avana fondato e diretto da Samuel Riera, artista formatosi all’Accademia nazionale di belle arti del Paese. Ereditando lo spirito del Grupo Signos, il Riera Studio si adopera nell’esporre lavori di autodidatti cubani vittime di turbe psichiche, che vivono perlopiù in uno stato di precarietà e le cui visioni sfuggono “ai modelli tradizionali e ufficiali”.


© Collection de l’Art Brut Lausanne
Samuel Feijóo, senza titolo, 1983

Si tratta sempre di opere di grande impatto, nelle quali sono riconoscibili i tratti ossessivi, esasperanti che, regolarmente, caratterizzano moltissimi degli artisti definiti brut: penso agli abnormi scorci cittadini realizzati a penna a sfera da Damián Valdés Dilla, ai reiterati micro-schermi televisivi ricavati da scatole di farmaci da Lázaro Antonio Martínez Durán o, ancora, ai mostriciattoli-robot di Daldo Marte, artista e “performer involontario” che, oltre ad assemblare i suoi “giocattoli” con pezzi di camere d’aria, cammina per L’Avana indossando i panni dei suoi supereroi.


© Riera Studio / Art Brut Project Cuba, L’Avana
Lázaro Antonio Martínez Duran, senza titolo, 2023

Visitare questa mostra – assieme a quella fotografica di Lorenzo Valmontone e Thomas Szczepanski Les âmes vagabondes che l’accompagna – è poi anche un’ottima occasione per tornare ad ammirare la permanente della Collection, dove, di regola, parecchi dei lavori esposti vengono sostituiti da altri a rotazione, così da mostrare autori nuovi, meno noti dei più celebri Wölfli e Aloïse, ma altrettanto impressionanti. È il caso, ad esempio, del russo Valentin Šimankov, coi suoi originalissimi collages fotografici da lui venduti lungo le vie di San Pietroburgo o del francese Gérard Sendrey, i cui fittissimi reticolati di tratti, oltre a far emergere volti e scene surreali, paiono contenere dei veri e propri universi in cui perdersi.

La mostra è visitabile dal pubblico fino al 27 aprile prossimo.


© Riera Studio / Art Brut Project Cuba, L’Avana
Ramón Moya Hernández, senza titolo

Articoli simili