United Roads of America. Le armi, l’altra epidemia

La Pandemia continua a colpire duramente gli Stati Uniti. Purtroppo, contro altre piaghe mortali di antidoti all’orizzonte non se ne vedono

Di Emiliano Bos

Pubblichiamo un articolo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

Il pastore mennonita Mike Martin sa fare miracoli. Sta trasformando la canna di una pistola in un rastrello. Ha appena estratto il metallo rovente da una piccola fornace installata nel box di casa, qui alla periferia di Colorado Springs. Ora picchia duro sull’incudine, macchie di sudore chiazzano la sua t-shirt dove un fiore spunta da un fucile spezzato. Ha studiato la bibbia ma ora invece della stola maneggia gli arnesi da fabbro. Sugli scaffali ci sono decine di fusti di fucili di diverso calibro, impugnature, calci in legno. “La nostra missione è smontare le armi e forgiare la pace”, spiega mentre batte col martello per dare nuova forma al frammento incandescente. Nel paese col maggior numero di armi al mondo (centinaia di milioni) c’è qualcuno che prova utopisticamente a scardinare una logica consolidata: più armi, più sicurezza. L’associazione “Strumenti grezzi” fondata da questo reverendo raccoglie pistole, fucili e revolver. E li scioglie, letteralmente. Ricicla ogni componente e dalle parti metalliche ricava piccoli strumenti da giardino. Per seminare un’idea nuova.  


© E. Bos
Il pastore Mike Martin mentre forgia attrezzi da giardino fondendo armi. Ha creato lʼassociazione ʻStrumenti grezziʼ a Colorado Springs, un paio dʼore dʼauto a sud di Denver.

Non basta la fornace di Mike 

La palingenesi delle rivoltelle operata da Mike Martin non ha alcun impatto numerico, certo. Una goccia di metallo fuso in un oceano di armi prodotte e vendute qui in America. Tra gli assurdi record di questo 2020 c’è anche quello di acquisti di pistole e fucili. Secondo Small Arms Analytics, alla fine di ottobre erano già più di tutto l’anno precedente: oltre 18 milioni. Un numero mai raggiunto prima, che molti attribuiscono anche alle tensioni razziali divampate negli ultimi mesi. Questa statistica si accompagna a quella che tiene conto degli effetti nefasti della loro diffusione. Dall’inizio dell’anno, quasi 40mila morti a causa delle armi, di cui poco più della metà suicidi. Numeri in costante crescita ma contestati dalla potente National Rifle Association (NRA), la lobby che difende la diffusione delle armi e finanzia generosamente i candidati repubblicani, in qualche raro caso anche democratici. Ora è squassata da inchieste che sembrano corroborare i sospetti di corruzione circolanti da lungo tempo.  


© E. Bos
James French, ex ispettore di polizia, oggi è titolare di unʼarmeria a Brenton, in Kentucky. Suo figlio scampò a una strage in un liceo nel 2018.

Dalla Florida al Kentucky

Ed Stack però si è ribellato a questa logica del profitto armato. È il Ceo della catena Dick’s Sporting, oltre 700 negozi di articoli sportivi e da caccia-pesca in tutti gli States. Un paio d’anni fa decise di non vendere più fucili d’assalto e vietare la vendita di armi ai minori di 21 anni. Fu all’indomani della strage nel liceo di Parkland, in Florida: 17 morti tra cui 14 studenti. Un orrore che scosse l’America. Ma che si è poi ripetuto – per fortuna su scala ridotta – poche settimane dopo nel quieto e collinare Kentucky, passando quasi inosservato dai media. Due liceali uccisi da un compagno alla Marshall High School. Per una coincidenza – una visita medica – quella mattina a scuola non c’era il figlio del signor James French. Un 50enne calvo coi baffi brizzolati che dopo 20 anni di lavoro come poliziotto, ha aperto un’armeria. E non ha cambiato idea dopo l’ennesima strage di studenti innocenti. L’ho incontrato nel suo negozio, appena fuori dall’abitato di Benton, in quest’angolo di Kentucky che sembra sgomitare tra i confini di Tennessee, Arkansas e Missouri. Il signor James dice di sentirsi tranquillo a vendere armi. Perché lui ne insegna anche l’uso. Ha una lunga esperienza di formazione nell’autodifesa, come istruttore. “Qui siamo in campagna – aggiunge –. Queste sono zone di caccia: le armi sono come uno strumento, come una pala oppure una vanga”. I rastrelli del pastore Mike, a dire il vero, non sparano proiettili.  


© E. Bos
La signora Charisma mostra le foto di suo figlio Raymond, morto per futili motivi sempre nel South Side di Chicago, dove la circolazione delle armi provoca da anni moltissimi morti.

Mamme senza figli 

Proiettili che spesso, qui, volano nell’aria. Nel vero senso della parola: “pallottole vaganti”. Qualcuno le ha sparate. Ma non si sa chi, nel caso di Terrell Bosley, freddato anni fa mentre usciva dalla chiesa dove suonava il basso a Chicago. Come mi ha raccontato sua mamma Pamela, a margine di un torneo di basket organizzato per onorare la memoria del figlio nel South Side di Chicago. Al contrario, ha un nome ma non è in galera chi ha ammazzato Raymond, come mi spiega invece sua madre, Charisma. Le rughe sul viso di questa signora afroamericana sembrano racchiudere la disperazione e il dolore per un figlio appena morto per le troppe armi in circolazione. Su una bacheca Charisma mi mostra le foto del suo primogenito. Anzi, ad indicarmele è suo nipote, il figlio della vittima, rimasto senza papà. Famiglie spezzate. “Circolano troppe armi” , insiste Pamela, diventata per necessità attivista contro pistole e fucili in una delle città più violente d’America. Altrove, in Virginia, a meno di due ore d’auto da Washington, invece si sfila in piazza per difendere il diritto a portare un revolver e persino un fucile semi-automatico alla cintola. In nome del Secondo Emendamento sancito dalla Costituzione a stelle & strisce. Quello che garantisce appunto la possibilità di possedere un’arma. I suoi strenui difensori – in tempi pre Covid-19 – erano scesi per strada a inizio 2020 a Richmond. Dove però pochi giorni fa il procuratore generale Mark Herring è riuscito a cancellare un “gun show”. Quelle fiere delle armi dove si comprano-vendono pistole mentre le famiglie passeggiano tra carabine e fucili d’assalto come se fosse un mercatino di Natale. Almeno stavolta non si farà, causa pandemia. Eppure, beffardamente, in questi tempi segnati dal virus non ci sono fondi per le ricerche sulle armi. Lo vietò il Congresso quasi 25 anni. A differenza del coronavirus, per questa epidemia non ci sono tuttora vaccini. E nessuno li sta sperimentando.  


© E. Bos
Ogni anno, dʼestate, Pamela Bosley organizza un torneo di basket in memoria di suo figlio Terrell, ucciso nel South Side di Chicago, dove circola una quantità enorme di armi.

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