Tutta un’altra carne
La vecchia bistecca affronta la concorrenza di sostituti vegetali sempre migliori. Ma nel dibattito pubblico prevale il battibecco.
Di Lorenzo Erroi
Pubblichiamo l’editoriale apparso in Ticino7, allegato del sabato a laRegione.
Sento spesso dire che i vegetariani sarebbero fanatici, che non gli basta “mangiare le loro insalatine, devono anche farti il pistolotto su come salvare il mondo”. Mi pare uno stereotipo ingrato. Semmai, molti si impegnano a informare il prossimo sul fatto che produrre carne inquina, che mangiarne troppa può far male (oggi discutiamo proprio dei sostituti della carne, le finte bistecche). Così come ci sono anche ‘carnivori moderati’ – ne parleremo prossimamente – che invitano comunque a non sottovalutare una dieta onnivora, e a non pensare che quella quinoa fatta volare da chissà dove sia una benedizione per l’ambiente.
Il buonsenso lascia intravedere un ampio terreno comune: un menù vegetariano nelle mense scolastiche non equivale a una dittatura alimentare; mentre si può mangiare carne prestando più attenzione alle dosi, alla provenienza, al trattamento degli animali. Ma a tanti – anche sui media, non solo social – le sfumature non interessano, la polemica è più gustosa, tocca sempre cercare un colpevole. Così la discussione si sofferma sulle frange estreme: gli assaltatori di allevamenti, o viceversa i maschi alfa per i quali la bistecca di soia rappresenta chissà quale attentato alla propria virilità. Però così facendo – e mi scuso per il gioco di parole da ergastolo – si finisce per buttarla in vacca.