Mondi interiori

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Di laRegione

Giovanni a scuola sovente si annoia. Frequenta la prima elementare e, vista coi suoi occhi, la giornata tra le 8 e le 16 probabilmente ha la programmazione di una catena di montaggio. Lui vorrebbe smontare aggeggi elettrici, vecchi registratori a cassetta, debimetri per auto che qualcuno ha parcheggiato nel garage di casa (in attesa di metterci mano) e qualsiasi cosa abbia rotelline e «un motorino». «Ma c’è un meccanismo, dentro?» è uno dei tormentoni in cerca di risposte. Il più delle volte negative, perché oggi di «meccanismi» come li vorrebbe Giovanni ne sono rimasti ben pochi; se sei fortunato trovi magari qualche filo colorato… Se non può lavorare col suo cacciavite, Giovanni non disdegna l’arte dell’incenerimento: darebbe alle fiamme qualsiasi cosa, e infatti a casa gli accendini sono banditi. Col controllo dei genitori ogni tanto accende dei fuocherelli, tenta esperimenti di vulcanizzazione e cerca di scaldare parti metalliche: «Quando diventa rosso questo?»; «Ma il fuoco può essere blu…?»; «E perché non fa fumo, adesso!?». Ieri Giovanni ha preso una manciata di viti, bulloni, ganci e chiodi da una vecchia cassetta in metallo, eredità del nonno. Li ha disposti a terra, divisi uno per uno, orientati con cura e tutt’attorno ha disegnato una griglia con un gessetto bianco. Vista dall’alto pareva un’opera concettuale, di quelle che potresti trovare in una mostra dedicata all’arte urbana. Nella fretta della routine quotidiana, nessuno ha pensato di catturare quel mondo interiore. Forse ciò che Giovanni vorrebbe fare (e che farà, chissà, una volta grande) era tutto lì.

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