I termini dell’amore

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Di laRegione

Gli studi sull’innamoramento e il tempo di incubazione di quel fenomeno chiamato amore non mancano. Secondo alcune ricerche la genesi di questa dipendenza fisico-affettiva durerebbe dai 2 ai 4 minuti. Poi iniziano le reazioni involontarie e i movimenti inconsapevoli: per esempio la dilatazione delle pupille, il battito più rapido delle ciglia, una gestualità ammorbidita e ossessioni di varia natura. Più o meno quanto riescono a fare alcune droghe. Nella maggior parte dei soggetti questi effetti collaterali trascendono la volontà, diventando una sorta di «necessità» vitale
in grado di valicare l’autocontrollo. Una sbornia sintomatologica che non dura però in eterno, variando dai 12 ai 18 mesi per chi si frequenta con una certa regolarità; fino ai 3 anni, invece, se i rapporti e gli incontri sono più dilatati. Poi tutto ritorna desolatamente normale (sempre che la normalità a voi faccia paura…). Il punto di rottura – o della «disillusione» – coincide con una sorta di presa di coscienza. Che faccio, mi impegno ed evito di focalizzarmi solo su ciò che di lei/lui non mi piace? Oppure mollo tutto e mi rituffo nel gran bazar dei single (e accoppiati) alla ricerca di nuove emozioni? Se nell’era pre internet & smartphone lasciarsi significava anche prendersi del tempo per capire che cosa stavamo cercando, oggi le app ti rimettono in gioco senza nemmeno che te ne accorga. Sino alla prossima associazione di profili (o match). Ma non temete: «Practice makes perfect», la pratica porta alla perfezione, cantavano gli Wire anni fa. Con o senza telefonino l’amore arriverà (e saran dolori).

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